La ricchezza naturalistica, l’atmosfera esotica – a fronte della vasta pianura che li circonda a sud-est – e i numerosi percorsi da fare sia a piedi che in MTB fanno dei Colli Euganei un fantastico parco dei divertimenti, ma anche uno splendido panorama per le passeggiate solitarie. Poco conosciuti sotto questa veste più dinamica dai non padovani anche per la forza gravitazionale dell’accogliente comprensorio termale e fango terapico, i Colli Euganei hanno rivestito e tuttora rivestono un ruolo sociale ed economico importante per la zona in cui si ergono.
Sono ricchi di fauna, flora e di trattorie dove si possono gustare i prodotti indigeni e le specialità. E non finisce qui: olio, miele, castagne, cinghiali, dicono qualche volpe, un falchetto a Rocca Pendice (la mascotte degli arrampicatori in parete est).
Un buon libro che parla dei Colli Euganei, storia ed economia, l’ha scritto Igino Michieli, I colli Euganei. Vicende economiche e sociali, nel 1966. Ma ve ne sono molti altri. La biblioteca di Abano ha una sezione di storia locale molto interessante.
Dalla preistoria fino ai bonghisti dei nostri giorni infatti, le oscurità di questi boschi hanno sempre offerto rifugio e riparo dalle carognate della sorte e alle costrizioni della vita metropolitana. L’atmosfera ritirata concilia con la ricerca di Dio: l’Eremo del Monte Rua e l’Abbazia di Praglia (ancora attivi) ne sono due esempi. Ma è soprattutto per i loro lati selvaggi e incolti che i Colli Euganei vengono apprezzati.
Fino al 1930 tutte le strade che li solcavano erano percorribili solo da muli e dalle mountain bike…se ne avessero avute. Per preservare queste ricchezze negli anni ’80 è stato anche istituito un parco.
Ma un parco a volte non basta, tutti dovremmo prenderci cura dei nostri colli, rispettandone l’integrità e vigilando sulla loro salute. 🙂
Un po’ di storia locale [un estratto dalla mia tesi di laurea]
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