Nel libro Lo Straniero di Alber Camus il protagonista da la colpa dell’omicidio che ha commesso al caldo, alla canicola che lo ha reso meno lucido, portando ad un tragico epilogo.
Così anche noi abbiamo percorso questi 23 km in uno stato di alienazione, con le energie vitali asciugate dal sole e corrose dal sudore. E la domanda di mio padre rimane ancora senza una risposta plausibile: “chi te lo fa fare?” Mi tengo in forma. 😀
Tuttavia i 700 metri di dislivello sono studiati per evitare i raggi diretti del sole, per quanto possibile. I sette guadi, che a ben vedere è una delle salite più fresche o meno calde degli euganei, sono l’inizio del giro (parcheggio della Villa con lo stagno e bricole veneziane davanti, anche detta Villa Barbarigo).
Poi, sempre in prospettiva della frescura, si sale sul Ventolone: gli ultimi 100 metri di solito riservano una brezza leggera e inaspettata. Questo è il punto più alto del giro.
Inizia la discesa. La prima parte in questo video.
Musica: Free the Robots – Flying Lotus
Il resto del giro ripercorre alcuni dei sentieri più frequentati degli euganei. Chi li conosce li avrà già individuati, a chi viene da fuori o non li ha mai fatti consiglio di scaricarsi la traccia. Difficoltà medio alta, soprattutto nella parte centrale dell’ultimo sentiero (i Trenta all’ora): ci sono molti sassi mossi e scalini.