Percorso sempre giovane. Buone percentuali di bitume in fase di avvicinamento, tuttavia la traccia è adatta anche ai biker entry level (solo anello del Rua) e offre la possibilità di visitare l’Eremo che troneggia la pianura veneta dalla cima del colle.

L’ Eremo di clausura di S. Maria Annunziata di Monte Rua. Ancor prima della fondazione dell’Eremo, Monte Rua era già abitato da eremiti, a cui il comune di Torreglia aveva voluto donare il terreno per la costruzione di un oratorio dedicato alla Madonna.
La presenza in questi luoghi di due monaci appartenenti all’ordine camaldolese, provenienti da S. Mattia a Murano, è documentata a partire dal 1335.

L’Eremo fu fondato nel 1339 dal camaldolese padre Bonaventura Boldù e da principio dipese da S. Mattia di Murano, il monastero più antico che si trova nell’isola veneziana.
I monaci che per primi si trasferirono in questi luoghi vissero in maniera estremamente umile, servendosi solo di costruzioni in legno fino a quando nel XVI secolo non venne edificato il vero e proprio monastero in pietra. Il monastero, prima di questa ricostruzione, si era trovato per un certo periodo in stato di abbandono e la sua rifondazione avvenne ad opera di Girolamo da Sessa per ospitare gli eremiti camaldolesi di Monte Corona che vi abitarono fino alla soppressione voluta da Napoleone nel 1810. Stessa sorte che toccò i monaci dell’abbazia di Praglia, che poi rientrarono nel 1834. Il Monastero di San Daniele a Montegrotto venne soppresso già prima di Napolone, dalla Serenissima Repubblica nel 1771 (come il Monastero degli Olivetani sul Venda) e passato alla famiglia Bonomi-Todeschini per tutto l’ottocento e metà ‘900, nel 1947 ritorna ad essere un monastero benedettino. A volte ritornano.
Lo stesso vale per l’Eremo del Rua, che alla fine dell’Ottocento venne acquistato da padre Neri che lo fece restaurare e vi reintrodusse la regola camaldolese.
E’ composto da una chiesetta attorniata da 14 celle a forma di casette e la cui fondazione risale al 1530. Ogni cella è costituita da una piccola stanza per il riposo, uno studiolo, una cappella con altare, un bagno e una legnaia. All’esterno ogni cella è fornita di un piccolo l’orto recintato da un muro. Ancora oggi è abitato dai Frati Camaldolesi che vivono in clausura. L’ingresso all’Eremo è consentito solo a persone singole ed escluso alle donne. A parte durante il giubileo, in cui sono ammesse anch’esse. Quindi ogni 25 anni.
L’attuale chiesa ha una struttura molto semplice ad una sola navata con cappelle laterali e coro ligneo.
La chiesa è divisa dall’eremo tramite una cancellata in ferro costruita nello stesso periodo, dono anch’esso della famiglia Contarini.
Visite:
Possono assistere alla Santa Messa solo gli uomini: domenica ore 7.45 (ora solare), ore 8,45 (ora legale). 
Visita alla chiesa e di una cella (solo uomini): domenica e festivi ore 14.30 – 16.30 (ora solare) ore 15.30 – 17.30 (ora legale). 
Telefono: 049/5211041

Finita l’ora di storia, torniamo all’itinerario.

Si parte dalla rotonda di Montegrotto poi prendere la direzione Torreglia (via Caposeda). Dopo quasi 5 km di bitume si arriva al centro di Torreglia, superare quindi la rotonda centrale e proseguire dritti per via Romana e dopo seguite la sx in direzione Castelnuovo.

Subito dopo il centro di Torreglia la strada inizia a salire, con un po’ tornanti che mandano in visibilio i ciclisti da corsa. 🙂 Attenzione che qua ogni ammiccamento implica “sfida”

Dopo 1,5 km di salita, al tornante, seguire la direzione Eremo del Rua (c’è un cartello) e proseguire, lasciandosi quindi alle spalle la strada principale più trafficata che sale a Castelnuovo.

Sebbene sia su asfalto, la salita all’eremo è abbastanza faticosa ed è bene farla quando si ha un po’ di strada sulle gambe. In tutto è lunga 4 km di solo asfalto. Vien bene a farla d’estate perché è ombreggiata e fresca, d’inverno fa freschetto. Risale tutto il versante est del monte Rua e sembra quasi il Purgatorio dantesco.

Quando vedrete la croce (foto sulla mappa) significa che siete arrivati all’ultimo anello della piramide ovvero all’Anello del Rua.

Anello del Rua (MC gradi CAI): Dedicato ai neofiti della MTB, l’anello del Rua, come si evince dal nome, corre attorno alla cima del monte su cui l’eremo è ubicato.

E’ lungo complessivamente poco meno di 2 km ed è per buona parte pianeggiante, con alcune rampette non molto impegnative. Circa a metà del percorso è possibile prendere due deviazioni che vanno al Roccolo. In entrambi i casi, i tratti che ivì conducono sono abbastanza sconessi e un po’ impervi e probabilmente si dovrà scendere, ma è una buona scorciatoia per chi intenda proseguire per gli itinerari del Venda. Molto usati dai biker della zona.

Molto bella è anche la parte (da fare a piedi) che conduce alla porta d’entrata all’eremo: un corridoio con ai lati alte mura che porta al bellissimo panorama finale di fronte al portone (foto sulla mappa). La visita all’ingresso del Monastero va considerata come una deviazione all’anello.

Breve e pianeggiante, l’itinerario Anello del Rua è molto bello anche da fare piedi. Sul lato ovest ci sono anche molte piante di corbezzoli.

Una volta ritornati sulla piazzetta del cancellone d’ingresso all’eremo Rua, scendere a dx e ritornare alla croce.

La discesa dalla croce del Rua (BC+ gradi CAI):  Una discesa per esperti: non molto tecnica, ma con alcuni tratti iniziali molto pendenti, con un fondo sconnesso e pietre libere di andare sotto le ruote e far saltare la bici come al rodeo. Forcella con una buona escursione è necessaria. Il tratto finale è molto divertente. In tutto è lunga 1,2 km e si arriva a Galzignano. Non è facile perdersi: basta sempre scendere, tuttavia fate attenzione nella parte finale in cui si esce dal boschetto e bisogna girare a dx verso l’ameno paese di Galzignano.

Giunti su asfalto, al crocevia della strada principale che da Galzignano va Torreglia, si deve girare a sx e risalire le cosiddette bisse. Una volta superato lo scollinamento e arrivati dall’altra parte noi abbiamo girato a dx per via Volti, un’ottima alternativa alla trafficata strada che da Montegrotto porta a Torreglia.

p.s per i GPS user: La traccia ha registrato anche la nostra visita culturale al portone dell’eremo ed è un po’ sporca nelle vicinanze della croce del Rua. Il resto è perfetto.

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